Profondità massima, media, tempo d’immersione, decompressione.. quante cose si possono capire da un profilo scaricato

Sono strani i subacquei.

Chi ci segue saprà sicuramente la nostra filosofia d’immersione e “decompressione”.

Più volte abbiamo scritto articoli sul nostro sistema decompressivo.

La decompressione mnemonica UTRtek, piaccia o no, rappresenta il più avanzato sistema per la gestione di tuffi fino a 120 metri, in grotta, su relitti e su profili multilivello con permanenze sul fondo che superano l’ora.

Non è argomento di questo articolo ma tengo a dire che al diving il sistema viene usato durante le nostre attività con immersioni ripetitive per multiday senza mai aver avuto il minimo problema anzi, la condizione fisica è migliorata esponenzialmente.

Mentre sul web tutti si scagliano contro il sistema, poi in privato mi chiedono info… lasciamo stare.

Oggi voglio parlare dei profili d’immersione che si possono scaricare dagli strumenti subacquei.

I profili “regalano” tanti dati utili su cui poter ragionare e prendere spunti.

Perchè le tabelle di immersione sono andate presto in pensione

Inizialmente, le tabelle per le immersioni la facevano da padrone.
Purtroppo o per fortuna, sono andate in pensione molto presto lasciando spazio ai computer subacquei.

Questo perché non potendo ricalcolare in immersione i dati in base al reale svolgimento del tuffo, si era costretti a fare immersione restando fedeli al piano programmato in superficie.

Un escamotage era creare più tabelle per abbracciare più scenari possibili.
Questo non era un sistema dinamico e sicuro…immaginate il subacqueo che in immersione doveva prendere le “tabelle” e scegliere quella più adatta al caso.. NO BUONO.

Il computer subacqueo ha invaso il panorama grazie alla sua flessibilità.

Il suo limite, sono le restrizioni e il conservativismo che i programmatori, inseriscono più o meno arbitrariamente.

I fattori protettivi vengono inseriti più per non subire attacchi legali che per una reale sicurezza.

Siccome il computer subacqueo può essere acquistato da chiunque e con qualsiasi condizione psicofisica, le case produttrici, devono tutelarsi e creare un sistema che porti fuori dall’acqua tutti indipendentemente dal reale stato fisico.

Detto questo analizziamo un profilo di immersione e vediamo che spunti possiamo prendere.

Analizziamo il profilo d’immersione

Di seguito vi posto un profilo che ho fatto tempo fa. L’argomento è molto lungo e intrigato quindi oggi analizziamo il primo aspetto

Profilo immersione Tecnica Bolle d'azoto

 

Il profilo rappresenta un’immersione fatta sul relitto Gino Scardigli alla profondità massima di 65 metri per un tempo di fondo di circa 30 minuti.

Se avessi usato le classiche tabelle, la mia immersione sarebbe stata pianificata come un tuffo di 30 minuti a 65 metri con relativa decompressione.

La linea grigia che ho indicato con la scritta avg indica la profondità media.

La profondità media indica la media della profondità a cui il mio fisico è stato esposto.

Se si guarda il quadrato che ho fatto alla fine del tempo di fondo, si legge che dopo 30 minuti sul relitto, in realtà il mio corpo è stato esposto ad un stress pari a 30 minuti a 60 metri di media.

A queste quote, 5 metri in più o in meno, a livello decompressivo fanno una bella differenza.

Ora la domanda è: Qual è il reale assorbimento di inerte di questo tuffo? 30 minuti a 65 metri o 30 minuti a 60 metri.

Prima si diceva che di troppa deco non è mai morto nessuno…. Dichiarazione smentita dalle ultime scoperte scientifiche.

Infatti è ormai assodato che l’immersione e la decompressione procurino un grado di stress a livello tissutale più o meno elevato.

Inoltre altro dato importante è che per una buona riuscita decompressiva, è più importante lo stato fisico del subacqueo, la predisposizione genetica, i gas utilizzati e l’algoritmo.

Sulla genetica non possiamo fare niente ma sulla condizione fisica e le miscele possiamo fare la differenza… ma non è argomento di oggi.

Un altro dato che è emerso e accettato dalla comunità di medicina iperbarica è che mentre prima si pensava che allungare la deco fosse una prassi per essere più conservativi, oggi abbiamo le conoscenze per affermare che la decompressione deve essere

“RAGIONEVOLMENTE PIU’ BREVE POSSIBILE”

Questo perché l’esposizione subacquea stressa e irrita l’endotelio, quindi un’esposizione maggiore del necessario, invece di aumentare la sicurezza, aumenta la possibilità di un incidente subacqueo.

Questo video spiega alcuni concetti

Alla luce di questi dati, prendendo in considerazione solo la profondità

reale e media, quale profilo può essere più corretto? 30 minuti a 65

metri o 30 minuti a 60 metri?

Qual è la tua reazione?
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